L’inverno e il rosaio – tracce di scautismo clandestino

L’Invero e il rosaio è un libro fuori dagli schemi, come lo sono state le Aquile Randagie. Non è un romanzo, né un saggio: sono lampi di vita, intensi, forti, semplici. Sono testimonianza di coraggio, abnegazione, fedeltà agli ideali, ma anche di sacrificio, di solidarietà, di chiarezza estrema nel sapere come orientare le proprie scelte, in uno spirito evangelico. Racconta, il libro, di ragazze e ragazze che hanno scelto di continuare a praticare lo scautismo, proibito dal regime fascista, con coerenza e determinazione, sino a rischiare di nuovo, innumerevoli volte, la vita per far varcare il confine svizzero a ebrei e perseguitati politici. Il titolo nasce da uno scritto del fondatore dello scautismo, Robert Baden-Powell, ispirato dalla potatura di un rosaio in inverno agli inizi della Seconda Guerra Mondiale. In esso esprime la convinzione che, come in un rosaio che ha buone radici, anche se i rami vengono potati troppo, a primavera fa nascere nuove splendide rose, così lo spirito dello scautismo, finita la guerra sarebbe potuto rinascere e contribuire a formare persone preparate, consapevoli e capaci di portare alti gli ideali di pace e fraternità.

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