Le grotte sono l’ultima frontiera dell’esplorazione. L’acqua scorre dentro le montagne, vi scava abissi, costruisce immensi reticoli tridimensionali, profondi e tenebrosi. Questi vuoti sono geografie lontane e invisibili. Lì, sottoterra, non arriva l’occhio dei satelliti, non funzionano né radio né telefoni. Per sapere cosa c’è oltre il buio, bisogna proprio andarci. Ed è un viaggio che soltanto gli speleologi intraprendono: illuminano per la prima volta luoghi mai visti, ne disegnano i confini sulle carte, gli danno i nomi. Di questo ci racconta, con sguardo ironico e curioso, Natalino Russo, tra i più attivi e poliedrici speleologi italiani. Attingendo alla sua ventennale esperienza, l’autore narra di grotte grandi e piccole, e degli uomini che le scoprono, le esplorano, le documentano, si battono per proteggerle. E’ un viaggio affascinante nelle tre dimensioni delle montagne e nelle correnti d’aria che le attraversano. In queste pagine scopriamo che anche le grotte respirano.

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