“c’è grande bellezza dove preserviamo la presenza di una parte di mistero. Quando poi un riferimento imprevisto eppure desiderato ci appare, viviamo l’esperienza di una rivelazione: quell’attimo è un bagliore della filosofia dell’universo”
Il libro
Questo nuovo libro, intitolato “Per ritrovarti devi prima perderti”, di Franco Michieli prende le mosse da riflessioni di carattere filosofico sulla realtà che viviamo tutti giorni per poi passare ad analizzare, nella seconda parte, tuti quegli elementi naturali (morfologia del territorio, eventi meteo, suoni e rumori della natura, segni e tracce del passaggio di animali, osservazione astronomica di sole, luna e stelle, ecc…) indispensabili per formulare tecniche di orientamento alternative, che si riveleranno comunque ugualmente efficaci anche in assenza della tradizionale “cassetta degli attrezzi” (contenente ad esempio mappe cartacee, orologio, altimetro, bussola o navigatore satellitare, ecc…) ad uso del topografo o, più semplicemente, dell’escursionista e del turista.
Ma l’intenzione dell’autore si spinge molto al di là di quella del semplice manuale pratico di istruzioni per amanti e frequentatori (più o meno occasionali) dei diversi ambienti naturali. Tende a suggerire percorsi pedagogici, ri-educativi, rivolti a noi, soggetti perlopiù “inurbati”, la cui sensibilità plasmata dalle relazioni vissute in spazi e contesti ormai largamente artificiali, fatica a riconoscere gli elementi essenziali costitutivi dell’habitat naturale. Attraverso questa visione, l’autore suggerisce quindi di abbandonarsi ad una pratica liberata da sovrastrutture emotive, rigidità culturali e mediazioni artificiali, e ci chiede di provare a esercitare uno sguardo originario sul mondo: una volta affinate le nostre abilità di osservatori, sarà lo stesso ambiente naturale a indicarci nuove vie, invitandoci a cogliere anche una parte del suo ineffabile mistero.
Fin da quando la vita è comparsa sul nostro pianeta, la capacità di orientarsi ha sempre rappresentato per ogni essere vivente una necessità imprescindibile, funzionale alla propria sopravvivenza. In questo percorso che parte dalla fisicità di una natura non addomesticata, Michieli ci accompagna proponendoci l’esperienza dello spaesamento proprio di chi decide di spogliarsi delle proprie sicurezze per “riorientarsi” (in senso fisico e… spirituale) recuperando certezze più autentiche attraverso le quali giungere quasi a toccare le corde della contemplazione.
Tratto dall’introduzione:
“Si tratta di un sentimento diffuso nel XXI secolo: la coscienza di non conoscere una strada buona, risolutiva, e di non scorgere riferimenti. M in uno scenario che ribalta quello dantesco. Abbiamo costruito ogni genere di vie diritte, fruibili all’istante, lungo cui non si impara nulla. E abbiamo perso la selva, con i suoi mille misteri, relazioni e insegnamenti, tanto che saltelliamo senza meta nel vuoto della virtualità. E’ dunque nella natura che potremmo apprendere di nuovo come orientarci, non teleguidati, ma rifondando uno sguardo consapevole sul mondo?”
“La possibilità di perdersi e di vivere il ritrovamento diviene allora un valore così alto da rendere insulso ogni accorgimento che vorrebbe tenerci sempre su strade certificate. La salvezza sta nel poter perdere la linea pianificata dall’individuo o dai suoi simili, e nell’entrare in uno stato di intensa attenzione verso gli eventi. Nel cosmo di cui siamo parte si trovano molte più potenzialità di quante possa intravederne una mente ripiegata su se stessa; e ciò accade perché tutto nell’esistenza è in reciproca relazione. Per chi è predisposto a una simile attenzione, il divenire è una sorta di linguaggio ispirato, che con forza discreta e quasi inudibile, se non donandosi a esso con anima e corpo, interviene nell’intreccio tra la nostra vicenda e la complessità del mondo.”
L’Autore
Franco Michieli è geografo, camminatore ed esploratore di luoghi selvaggi che affronta senza far uso di alcun tipo di mappa, bussole o strumentazione tecnologica. Nato a Milano nel 1962 vive da anni sulle Alpi di cui ha esplorato quasi ogni angolo, effettuando più di duemila ascensioni alpinistiche. Oggi è tra i più grandi esperti nel campo delle grandi traversate di catene montuose e terre selvagge.
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